Genesi 1, 1 Lessico

Lessico dei commenti alla Genesi 1, 1

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ArkhếQuesta parola è anche la prima parola del libro della Genesi nella traduzione greca della Septuaginta (la bibbia tradotta dai Settanta saggi ad Alessandria d’Egitto nel terzo secolo a.C.). Come vedremo, il significato della parola arkhế è complesso e molti autori ci forniscono esempi del suo utilizzo in diversi ambiti. Arkhế, a seconda del contesto, può quindi assumere diversi significati: inizio (nel tempo), inizio (del cammino), origine (di ciò che è generato), fondamento (di ciò che è costruito), modello (di ciò che è formato), principio, elemento, punto di partenza (di ciò che è appreso), ecc. Troviamo quindi nel Commento al Vangelo secondo Giovanni una delle prime identificazioni di arkhế con la Sapienza divina espressa dal lógos creatore.

Lógos: La parola lógos deriva dalla radice leg/log che in origine significava raccogliere, cogliere, scegliere e poi ha assunto il significato di raccontare, parlare. Così, all’idea di pronunciare una parola è associato il fatto che questa parola manifesta una certa scelta, un’enumerazione che è il risultato di un processo che ha raccolto, scelto, riunito, un elenco di cose. Questa parola è quindi l’espressione di un’operazione, di una certa ragione e logica. Ciò che è logico, quindi relativo al lógos, è allo stesso tempo un’affermazione e un’affermazione conforme alla ragione. È così che nella filosofia greca e in altri Padri della Chiesa si è potuto parlare di spermatikoi logoi, cioè ciò che esprime la ragione d’essere di una cosa, ciò che la determina ad essere ciò che è e ne costituisce quindi l’origine e la causa. La parola lógos è quindi espressione della σοφία, della conoscenza, della saggezza.

La Parola di Dio è generata da lui, eternamente, come il Padre genera il Figlio, ma un Figlio coeterno a lui e della stessa sostanza (ousia) di lui, ci spiegano i padri greci e i concili. Secondo il Vangelo secondo Giovanni, è attraverso il lógos che tutto è stato creato, questo lógos si è fatto carne e noi abbiamo visto la sua gloria in Gesù Cristo, Figlio di Dio, Parola, Verbum, generato eternamente da lui.

GenesiLa parola génesis, genesi, deriva dalla radice gen che ritroviamo nelle parole generare, gene. La parola ἐγένετο egéneto è l’aoristo 2 medio-passivo del verbo gígnomai, formato sulla radice gen, con il significato di venire all’esistenza, nascere, essere generato, diventare. Da qui la traduzione di egéneto, etimologicamente vicino alla radice gen, con «fu generato» nel senso di venne all’esistenza, avvenne, fu. Questo verbo può anche essere tradotto semplicemente con il verbo essere. Questa parola ricorre spesso nella traduzione greca della Genesi della Septuaginta, dove traduce l’ebraico וַיְהִי-כֵן (vayehy-ken) «… e così fu» nelle sequenze in cui tutti gli esseri sono creati, come ad esempio: «Dio disse: “Sia la luce”, e la luce fu» (Genesi 1, 3). Anche il Vangelo di Giovanni (1, 3) ricorda che «tutto è stato generato da Lui», πάντα δι’ αὐτοῦ ἐγένετο (pánta di’autoũ egéneto).

Principium: questo termine è utilizzato nella traduzione latina della Bibbia, chiamata Vulgata, per tradurre il termine greco arkhế. Anche in latino si cercherà di riportare su questo termine le speculazioni sui diversi significati del termine greco arkhế. Si conserveranno soprattutto quelle che ci parlano di un inizio nel tempo o di un inizio logico, di un principio nelle azioni, di principi nella concezione del mondo e della vita, come nel caso dei principi morali. Ma si potrà anche conservare la sfumatura che si riferisce a qualcosa di principale, di primo e prioritario in una gerarchia sia di ordine logico che sociale. In latino si può usare una parola della stessa radice «principia» (plurale di principium) per parlare dei principi che governano i nostri pensieri e dei principi (plurale di princeps) che governano questo mondo. Tutti si riferiscono all’idea di principale, primo in importanza e origine e primo in tempo e causalità.

Verbum è la parola latina usata per tradurre lógos. Questa parola, che significa verbo, parola, come già spiegato a proposito di lógos, deve essere intesa nel contesto come parola che è espressione della saggezza, della conoscenza di Dio, parola in cui si trova la ragione e il principio di tutto ciò che è, poiché attraverso di essa tutto è venuto all’esistenza.

GENESI, capitolo 1, versetti 1 e 3

1,1 בְּרֵאשִׁית, בָּרָא אֱלֹהִים, אֵת הַשָּׁמַיִם, וְאֵת הָאָרֶץ
᾿Εν ἀρχῇ ἐποίησεν ὁ θεὸς τὸν οὐρανὸν καὶ τὴν γῆν.
Traduzione del testo greco: In arkhế Dio creò il cielo e la terra.

1,3 וַיֹּאמֶר אֱלֹהִים, יְהִי אוֹר; וַיְהִי-אוֹר.
καὶ εἶπεν ὁ θεός Γενηθήτω φῶς. καὶ ἐγένετο φῶς.
E Dio disse: «Sia generata la luce». E la luce fu generata.

VANGELO secondo Giovanni, capitolo 1, versetti 1-4

1,1 Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος, καὶ ὁ λόγος ἦν πρὸς τὸν θεόν, καὶ θεὸς ἦν ὁ λόγος.
In arkhế era il lógos e il lógos era presso Dio e il lógos era Dio.
In principium erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum.

2 οὗτος ἦν ἐν ἀρχῇ πρὸς τὸν θεόν.
Questi era in arkhế presso Dio.
hoc erat in principio apud Deum

3 πάντα δι’ αὐτοῦ ἐγένετο, καὶ χωρὶς αὐτοῦ ἐγένετο οὐδὲ ἕν ὃ γέγονεν
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui, e senza di lui non è stato creato nulla di ciò che è stato creato
omnia per ipsum facta sunt et sine ipso factum est nihil quod factum est

4 ἐν αὐτῷ ζωὴ ἦν, καὶ ἡ ζωὴ ἦν τὸ φῶς τῶν ἀνθρώπων·
in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini:
in ipso vita erat et vita erat lux hominum

5 καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει, καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν.
e la luce appare nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa [anche: colta o fermata].
et lux in tenebris lucet et tenebrae eam non conprehenderunt.

Aristotele su Arkhế:

Metafisica 5, 1012b 34 – 1013a 24

[1012b][34] Ἀρχὴ λέγεται ἡ μὲν ὅθεν ἄν τις τοῦ πράγματος [35] κινηθείη πρῶτον, οἷον τοῦ μήκους καὶ ὁδοῦ ἐντεῦθεν μὲν αὕτη ἀρχή, ἐξ ἐναντίας δὲ ἑτέρα·
Si chiama arkhế ciò da cui qualcosa di un oggetto può essere mosso per primo, come dove inizia la linea o il percorso c’è un arkhế e dal lato opposto un altro [arkhế ].

[1013a][1] ἡ δὲ ὅθεν ἂν κάλλιστα ἕκαστον γένοιτο, οἷον καὶ μαθήσεως οὐκ ἀπὸ τοῦ πρώτου καὶ τῆς τοῦ πράγματος ἀρχῆς ἐνίοτε ἀρκτέον ἀλλ’ ὅθεν ῥᾷστ’ ἂν μάθοι·
Ciò a partire da cui una cosa può diventare la più compiuta (κάλλιστα), come ad esempio nell’apprendimento, a volte non è necessario iniziare dal primo e dall’inizio della cosa, ma da dove si può imparare più facilmente.

ἡ δὲ ὅθεν πρῶτον γίγνεται ἐνυπάρχοντος, οἷον ὡς πλοίου [5] τρόπις καὶ οἰκίας θεμέλιος, καὶ τῶν ζῴων οἱ μὲν καρδίαν οἱ δὲ ἐγκέφαλον οἱ δ’ ὅ τι ἂν τύχωσι τοιοῦτον ὑπολαμβάνουσιν·
ciò che è generato per primo a partire da qualcosa in cui sussiste (ἐνυπάρχοντος), per esempio come la chiglia di una barca e le fondamenta di una casa, e come [principio] degli animali, alcuni possono intendere il cuore, altri il cervello o ciò che è simile.

ἡ δὲ ὅθεν γίγνεται πρῶτον μὴ ἐνυπάρχοντος καὶ ὅθεν πρῶτον ἡ κίνησις πέφυκεν ἄρχεσθαι καὶ ἡ μεταβολή, οἷον τὸ τέκνον ἐκ τοῦ πατρὸς καὶ τῆς μητρὸς καὶ ἡ μάχη [10] ἐκ τῆς λοιδορίας·
ciò che è generato per primo da qualcosa in cui non sussiste e da cui ha origine [il suo] movimento e il suo cambiamento per primo secondo la natura, come il figlio [proviene] dal padre e dalla madre e la lotta dall’offesa.

ἡ δὲ οὗ κατὰ προαίρεσιν κινεῖται τὰ κινούμενα καὶ μεταβάλλει τὰ μεταβάλλοντα, ὥσπερ αἵ τε κατὰ πόλεις ἀρχαὶ καὶ αἱ δυναστεῖαι καὶ αἱ βασιλεῖαι καὶ τυραννίδες ἀρχαὶ λέγονται καὶ αἱ τέχναι, καὶ τούτων αἱ ἀρχιτεκτονικαὶ μάλιστα.
Ciò per libera scelta del quale si muove ciò che è mosso e cambia ciò che è in cambiamento, come i principi per la città, le dinastie, i re, i tiranni sono chiamati principi (ἀρχαὶ) [la parola principi si dice «principes» in latino] e le arti (τέχναι, tecniche) tra cui soprattutto le «arkhi» -tetturali.

Ἔτι ὅθεν γνωστὸν τὸ πρᾶγμα [15] πρῶτον, καὶ αὕτη ἀρχὴ λέγεται τοῦ πράγματος, οἷον τῶν ἀποδείξεων αἱ ὑποθέσεις.
Inoltre, ciò da cui una cosa è conoscibile, anche questo è detto arkhế, come le ipotesi [sono i principi su cui si basano] le dimostrazioni.

Ἰσαχῶς δὲ καὶ τὰ αἴτια λέγεται· πάντα γὰρ τὰ αἴτια ἀρχαί. Πασῶν μὲν οὖν κοινὸν τῶν ἀρχῶν τὸ πρῶτον εἶναι ὅθεν ἢ ἔστιν ἢ γίγνεται ἢ γιγνώσκεται·
Ci sono tanti [modi di dire arkhế] quante sono le cause, poiché tutte le cause sono arkhaí. Di tutti questi [questi diversi modi di dire arkhế], quindi, ciò che è comune alle arkhaí è essere il primo da cui [qualcosa] viene all’essere o è conosciuto;

τούτων δὲ αἱ μὲν ἐνυπάρχουσαί εἰσιν αἱ δὲ [20] ἐκτός. Διὸ ἥ τε φύσις ἀρχὴ καὶ τὸ στοιχεῖον καὶ ἡ διάνοια καὶ ἡ προαίρεσις καὶ οὐσία καὶ τὸ οὗ ἕνεκα· πολλῶν γὰρ καὶ τοῦ γνῶναι καὶ τῆς κινήσεως ἀρχἈγαθον καλόν.
Di questi alcuni sussistono (ἐνυπάρχουσαί) [nella cosa stessa], altri all’esterno. Per questo la natura (φύσις) è un principio e anche l’elemento, il pensiero, il libero arbitrio, l’ousia e ciò per cui [qualcosa è, o meglio: di cui è il fine]. Infatti, per molte cose il principio del conoscere e del movimento sono il bene e il bello.

Aristotele sul cielo e i pianeti.

Per il legame tra tempo e movimento (non c’è tempo senza movimento, vedi Aristotele, Fisica, libro 4, capitoli 10-14)

Fisica 4, 11, 218b 34 – 219a 1

… φανερὸν ὅτι οὐκ ἔστιν ἄνευ κινήσεως καὶ μεταβολῆς [219a] χρόνος.
… è evidente che senza movimento e cambiamento non c’è tempo.

Metafisica 12, 7, 1073a 36-1074b 14

ἓν ἄρα καὶ λόγῳ καὶ ἀριθμῷ τὸ πρῶτον κινοῦν ἀκίνητον ὄν: καὶ τὸ κινούμενον ἄρα ἀεὶ καὶ συνεχῶς: εἷς ἄρα οὐρανὸς μόνος.
Il primo essere che muove essendo immobile è uno per il logos e per il numero; e quindi anche ciò che è mosso [è mosso] sempre e continuamente; quindi anche il cielo è uno e uno solo.

[1074b] [1] παραδέδοται δὲ παρὰ τῶν ἀρχαίων καὶ παμπαλαίων ἐν μύθου σχήματι καταλελειμμένα τοῖς ὕστερον ὅτι θεοί τέ εἰσιν οὗτοι καὶ περιέχει τὸ θεῖον τὴν ὅλην φύσιν.
[ciò] è stato tramandato ai posteri sotto forma di mito dagli antichi e dai molto antichi, che questi sono dei e che il divino circonda l’intera natura.

τὰ δὲ λοιπὰ μυθικῶς ἤδη προσῆκται πρὸς τὴν πειθὼ τῶν πολλῶν καὶ [5] πρὸς τὴν εἰς τοὺς νόμους καὶ τὸ συμφέρον χρῆσιν: ἀνθρωποειδεῖς τε γὰρ τούτους καὶ τῶν ἄλλων ζῴων ὁμοίους τισὶ λέγουσι, καὶ τούτοις ἕτερα ἀκόλουθα καὶ παραπλήσια τοῖς εἰρημένοις,
Il resto è stato aggiunto in seguito, alla maniera dei miti, per persuadere le masse, per proclamare leggi e trarne vantaggio. Dicono che questi [gli dei] hanno forma umana e sono simili ad alcuni altri animali e altre cose conformi a queste e vicine a ciò che è stato detto;

ὧν εἴ τις χωρίσας αὐτὸ λάβοι μόνον τὸ πρῶτον, ὅτι θεοὺς ᾤοντο τὰς πρώτας οὐσίας εἶναι, θείως ἂν εἰρῆσθαι [10] νομίσειεν, καὶ κατὰ τὸ εἰκὸς πολλάκις εὑρημένης εἰς τὸ δυνατὸν ἑκάστης καὶ τέχνης καὶ φιλοσοφίας καὶ πάλιν φθειρομένων καὶ ταύτας τὰς δόξας ἐκείνων οἷον λείψανα περισεσῶσθαι μέχρι τοῦ νῦν. ἡ μὲν οὖν πάτριος δόξα καὶ ἡ παρὰ τῶν πρώτων ἐπὶ τοσοῦτον ἡμῖν φανερὰ μόνον. [15]
tra questi, se qualcuno, tralasciando il resto, prende solo il primo, considera cioè che le primie ousiai [i primi esseri] sono dei, si potrà ritenere che ciò sia stato detto divinamente; e che, probabilmente, più volte, per quanto possibile, ogni arte e filosofia essendo stata ritrovata e nuovamente perduta, queste stesse opinioni di quelli [gli antichi] sono sopravvissute come vestigia fino ad ora. Quindi, l’opinione degli antenati e quella che era dei primi ci è manifesta solo in questa misura.

Aristotele sulle cause

Aristotele tratta questi diversi tipi di causa nel libro della Fisica, libro 2, cap. 2-3, 194 a-b e della Metafisica 983 a 31 o 5, 2, 1013 a-b.

In sintesi: cercare la causa significa cercare il διὰ τί, che può essere tradotto con “perché”, “in vista di cosa” o “mediante cosa”. Esistono quindi diversi tipi di cause:

1. τρόπον αἴτιον λέγεται τὸ ἐξ οὗ γίγνεταί τι ἐνυπάρχοντος (Phys. 194b 24). Ciò da cui e in cui qualcosa è generato (il bronzo della statua, causa materiale)

2. Ἄλλον δὲ τὸ εἶδος καὶ τὸ παράδειγμα, τοῦτο δ’ ἐστὶν ὁ λόγος ὁ τοῦ τί ἦν εἶναι καὶ τὰ τούτου γένη (Phys. 194b 26). Un’altra causa è l’eidos e il paradigma, questo è il lógos, quello del che cosa era l’essere e il genere di esso. (È l’essenza che definisce qualcosa (per l’ottava in musica è il rapporto di due a uno, «causa formale» se si traduce εἶδος con forma, altrimenti «causa essenziale»).

3. Ἔτι ὅθεν ἡ ἀρχὴ τῆς μεταβολῆς ἡ πρώτη ἢ τῆς ἠρεμήσεως (Phys. 194b 29). E ancora il primo principio del movimento o del riposo. (l’autore di una decisione è causa del cambiamento, degli atti che sono stati compiuti, causa efficiente)

4. Ἔτι ὡς τὸ τέλος· τοῦτο δ’ ἐστὶν τὸ οὗ ἕνεκα, οἷον τοῦ περιπατεῖν ἡ ὑγίεια· διὰ τί γὰρ περιπατεῖ (Phys. 194b 34). In seguito, come fine (τέλος finalità): questo è la causa di qualcosa, come la salute lo è del camminare: perché, infatti, si cammina. (la salute è il fine del camminare, causa finale).

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