Genesi 2, 4-14 Il giardino dell’Eden, la creazione dell’uomo
אֵ֣לֶּה תֹולְדֹ֧ות הַשָּׁמַ֛יִם וְהָאָ֖רֶץ בְּהִבָּֽרְאָ֑ם בְּיֹ֗ום עֲשֹׂ֛ות יְהוָ֥ה אֱלֹהִ֖ים אֶ֥רֶץ וְשָׁמָֽיִם׃
4 Questi sono le generazioni dei cieli e della terra nel loro essere creati nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e i cieli.
וְכֹ֣ל ׀ שִׂ֣יחַ הַשָּׂדֶ֗ה טֶ֚רֶם יִֽהְיֶ֣ה בָאָ֔רֶץ וְכָל־עֵ֥שֶׂב הַשָּׂדֶ֖ה טֶ֣רֶם יִצְמָ֑ח כִּי֩ לֹ֨א הִמְטִ֜יר יְהוָ֤ה אֱלֹהִים֙ עַל־הָאָ֔רֶץ וְאָדָ֣ם אַ֔יִן לַֽעֲבֹ֖ד אֶת־הָֽאֲדָמָֽה׃
5 E non c’era ancora alcuna pianta dei campi sulla terra e nessuna erba dei campi era cresciuta, poiché il Signore Dio non aveva ancora fatto piovere sulla terra e non c’era alcun uomo che lavorasse il suolo.
וְאֵ֖ד יַֽעֲלֶ֣ה מִן־הָאָ֑רֶץ וְהִשְׁקָ֖ה אֶֽת־כָּל־פְּנֵֽי־הָֽאֲדָמָֽה׃
6 E una fonte sgorgava dalla terra e irrigava tutta la superficie del suolo.
וַיִּיצֶר֩ יְהוָ֨ה אֱלֹהִ֜ים אֶת־הָֽאָדָ֗ם עָפָר֙ מִן־הָ֣אֲדָמָ֔ה וַיִּפַּ֥ח בְּאַפָּ֖יו נִשְׁמַ֣ת חַיִּ֑ים וַֽיְהִ֥י הָֽאָדָ֖ם לְנֶ֥פֶשׁ חַיָּֽה׃
7 Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere della terra; gli infuse nelle narici un alito di vita e l’uomo divenne un’anima vivente.
וַיִּטַּ֞ע יְהוָ֧ה אֱלֹהִ֛ים גַּן־בְּעֵ֖דֶן מִקֶּ֑דֶם וַיָּ֣שֶׂם שָׁ֔ם אֶת־הָֽאָדָ֖ם אֲשֶׁ֥ר יָצָֽר׃
8 Il Signore Dio piantò un giardino-Eden (giardino-delizia), a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato.
וַיַּצְמַ֞ח יְהוָ֤ה אֱלֹהִים֙ מִן־הָ֣אֲדָמָ֔ה כָּל־עֵ֛ץ נֶחְמָ֥ד לְמַרְאֶ֖ה וְטֹ֣וב לְמַאֲכָ֑ל וְעֵ֤ץ הַֽחַיִּים֙ בְּתֹ֣וךְ הַגָּ֔ן וְעֵ֕ץ הַדַּ֖עַת טֹ֥וב וָרָֽע׃
9 Il Signore Dio fece spuntare dal suolo ogni albero bello da vedere e buono da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
וְנָהָר֙ יֹצֵ֣א מֵעֵ֔דֶן לְהַשְׁקֹ֖ות אֶת־הַגָּ֑ן וּמִשָּׁם֙ יִפָּרֵ֔ד וְהָיָ֖ה לְאַרְבָּעָ֥ה רָאשִֽׁים׃
10 Un fiume usciva dall’Eden per irrigare il giardino e da lì si divideva e diventava quattro capi…
שֵׁ֥ם הָֽאֶחָ֖ד פִּישֹׁ֑ון ה֣וּא הַסֹּבֵ֗ב אֵ֚ת כָּל־אֶ֣רֶץ הַֽחֲוִילָ֔ה אֲשֶׁר־שָׁ֖ם הַזָּהָֽב׃
11 Il nome di uno è Phishon, che circonda tutta la terra di ḥavila dove c’è l’oro.
וּֽזֲהַ֛ב הָאָ֥רֶץ הַהִ֖וא טֹ֑וב שָׁ֥ם הַבְּדֹ֖לַח וְאֶ֥בֶן הַשֹּֽׁהַם׃12
E l’oro di quella terra è buono, lì c’è la [resina chiamata] bedolaḥ e la pietra d’alabastro [onice]
La resina per l’incenso e la pietra d’alabastro per il tempio.
וְשֵֽׁם־הַנָּהָ֥ר הַשֵּׁנִ֖י גִּיחֹ֑ון ה֣וּא הַסֹּובֵ֔ב אֵ֖ת כָּל־אֶ֥רֶץ כּֽוּשׁ׃
13 e il nome del secondo fiume è Giḥon, che circonda tutta la terra di Kush.
וְשֵׁ֨ם הַנָּהָ֤ר הַשְּׁלִישִׁי֙ חִדֶּ֔קֶל ה֥וּא הַֽהֹלֵ֖ךְ קִדְמַ֣ת אַשּׁ֑וּר וְהַנָּהָ֥ר הָֽרְבִיעִ֖י ה֥וּא פְרָֽת׃
14 e il nome del terzo fiume è ḥiddeqel [Tigre] che scorre in direzione di Asshur e il quarto fiume è pharat [Eufrate].
Ambrogio di Milano, De paradiso 1, 6
Ergo si paradisus est in quo erant exorta uirgulta, uidetur paradisus anima esse, quae multiplicat semen acceptum, in qua uirtus unaquaeque plantatur, in qua erat etiam lignum uitae, hoc est sapientia, sicut dixit Solomon quia sapientia non de terra exorta est, sed de patre; est enim splendor lucis aeternae et manatio omnipotentis gloriae.
Se dunque è nel paradiso che sono usciti i primi germogli (uirgulta), sembra che il paradiso sia l’anima, che moltiplica il seme che ha ricevuto, [l’anima] nella quale è piantata ogni virtù, nella quale si trovava anche il legno della vita, che è la sapienza, come dice Salomone (Libro della Sapienza 7, 21-26) che la sapienza non è uscita dalla terra, ma dal padre; infatti, essa è splendore di luce eterna e diffusione della gloria dell’Onnipotente.
Ambrogio di Milano, De paradiso 3, 12-13
Est ergo paradisus terra quaedis fertilis, hoc est anima fecunda, in Edem plantata, hoc est in uoluptate quadam uel exercitata terra, in qua animae sit delectatio.
Il paradiso è quindi una certa terra fertile, che è l’anima feconda, piantata nell’Eden, che è [l’Eden] un certo piacere o una terra che è stata coltivata, nella quale si trova la delizia dell’anima.
[…]
erat fons qui inrigaret paradisum. chi fons nisi dominus Iesus Christus, fons uitae aeternae sicut pater? quia scriptum est: quoniam apud te fons uitae, denique: flumina de uentre eius fluent aquae uiuae.
C’era una sorgente che irrigava il paradiso. Di quale altra sorgente [si poteva trattare] se non di Gesù Cristo, sorgente di vita eterna come il padre? Poiché è scritto (Salmo 35, 10): «perché presso di te è la sorgente della vita», e poi:
et fons legitur et fluuius legitur, quì inrigat paradisi lignum fructuosum, quod ferat fructum in uitam aeternam. hic ergo fons, sicut legisti
si legge di una sorgent e si legge di un fiume, che irriga il legno fruttifero del paradiso, che porta frutto nella vita eterna. Quindi questa sorgente, secondo quanto hai appena letto
— fons enim procedit inquit ex Edem, id est: in anima tua fons est, unde et Solomon ait: bibe aquam de tuis uasis et de puteorum tuorum fontibus—
– infatti, una sorgente, dice il testo, proviene dall’Eden, cioè: nella tua anima c’è una fonte, il che fa dire anche a Salomone (nel libro XXCC): bevi l’acqua delle tue oasi e delle sorgenti dei tuoi pozzi –
hic est fons, che procede da quella anima esercitata e piena di voluttà, hic fons, che irriga il paradiso, hoc est uirtutes animae eminentissimo merito pullulantes.
questa è la sorgente, che proviene da quest’anima che è stata lavorata e riempita di piacere, questa sorgente, che irriga il paradiso, quel paradiso che è quello delle virtù dell’anima che sgorgano per meriti molto elevati.
Ovadia Sforno (Cesena 1470- Bologna 1550) su Genesi 2, 4
אלה תולדות השמים והארץ בהבראם אלה הצמחים ובעלי חיים שאמרנו היו תולדות השמים והארץ בכח שנמצא בהם משעה שנבראו כי מאזנמצאו בהם כחות פועלות ומתפעלות להויות ההוות ונפסדות כאמרם את השמים לרבות תולדותיהם ואת הארץ לרבות תולדותיה אמנם יצאו לפועל ביום עשות ה’ אלהים ארץ ושמים ביום שסדר הנהגת הארץ ותולדותיה מן השמים על סדר מתמיד וזה אחר ששת ימי בראשית ואז נקרא ה’ אלהים שבסדרו התמיד ההוים:
Queste sono le generazioni dei cieli e della terra nel loro essere creati. Queste piante, questi possessori della vita di cui abbiamo parlato erano “le generazioni dei cieli e della terra” in potenza, che si trovavano lì dal momento in cui furono creati (Bereshit, in testa Dio creò la terra e i cieli Genesi 1, 1). Da allora in loro si trovano le potenze attive e passive, per un’esistenza duratura o peritura, secondo le parole che designano «i cieli» (come oggetto della creazione) che includono la moltitudine delle loro generazioni e «la terra» (come oggetto della creazione) che include la moltitudine delle sue generazioni (Bereshit Rabba 1, 14). Tuttavia, essi sono passati all’atto il giorno in cui il Signore Dio (il nome di Dio, il tetragramma e la parola Elohim-Dio) creò la terra e i cieli (Genesi 2, 4). Il giorno in cui stabilì l’ordine della terra e delle sue generazioni dai cieli secondo un ordine perpetuo, dopo i sei giorni della creazione, e da quel momento Dio è chiamato Signore Dio (in ebraico il nome di Dio, il tetragramma e la parola Elohim-Dio), colui che con il suo ordine ha reso duratura l’esistenza.
Dopo il sesto giorno Dio assicura l’esistenza attraverso le generazioni naturali ed è chiamato hashem.
Rashi, acronimo di Rabbi Shlomo ben Itzhak HaTzarfati (Troyes, 1040 circa – 1105) su Genesi 2, 5: creazione in due tempi, l’erba era già stata creata ma non era ancora cresciuta.
וכל עשב השדה – עדיין לא צמח, ובשלישי שכתוב: תוצא הארץ (בראשית א׳:י״ב), על פתח קרקע עמדו עד יום ששי. כי לא המטיר – ומה טעם לא המטיר לפי שאדם אין לעבוד את האדמה, ואין מי מכיר בטובתן של גשמים. וכשבא אדם וידע שצורך הם לעולם, התפלל עליהם וירדו, וצמחו האילנות והדשאים.
E nessuna erba dei campi era ancora cresciuta (Genesi 2, 5): Nel terzo (giorno della creazione) dove è scritto: «La terra produca (Genesi 1, 12), le erbe rimasero all’aperto fino al sesto giorno. Perché non aveva ancora fatto piovere: Qual è il significato di «non aveva fatto piovere»? Perché non c’era Adamo per lavorare il suolo e non c’era nessuno per riconoscere i benefici delle pioggie, fino all’arrivo di Adamo che riconobbe che erano necessarie al mondo. Pregò per esse e esse scesero e gli alberi e la vegetazione crebbero.
Kli Yakar, opera di Salomon Ephraim de Luntschitz (1550 Łęczyca, Polonia – 1619 Praga) su Genesi 2, 7: Il soffio vitale è l’anima intellettuale immortale.
נשמת חיים היא הנפש המשכלת הנצחי צא ולמד מי הנופח ותמצא שזה מדבר בחלק אלוה ממעל ויאמר אע״פ שנפח ה׳ באדם נשמת חיים המשכלת מ״מ ויהי האדם בתחלת הויתו לסתם נפש חיה כשאר בעלי חיים כי אדם עיר פרא יולד (איוב י״א:י״ב) ועיקר שלימותו תלוי בחריצות השתדלותו וטוב בחירתו כשיפקח עיני שכלו בבואו בימים, אבל בתחילת הויתו אע״פ שכבר נופח בו נשמת רוח חיים מכל מקום אין הנשמה בובפועל כי אם בכח לבד ואם לא ישנס מתני זריזותו לצאת בראש החלוץ ללחום מלחמת ה׳ הרי הוא בבהמיותו ונמשל כבהמה. אבל שור או כשב אועז כי יולד. באותו יום נברא עם כל שלימותו ואין בו תוספת שלימות. וגלה לנו הכתוב דבר זה שלא יטעה האדם בעצמו לאמר שבלא יגיעה ועמל יבאלידי שלימותו אשר כבר נוצר עמו ויסמוך על יתרון זה שנמצא ביצירתו כי אין הדבר כן אלא הכל תלוי בפועל כפיו כי יש בידיו תמיד להחליף ולהמירהטבע בשכל והשכל בטבע. ומטעם זה לא נאמר ביצירת האדם וירא אלהים כי טוב לפי שביצירתו עדיין לא ניכר מה טובו ומה יופיו.
Questo soffio vitale è l’anima intellettuale immortale; considerando colui che soffia, troverai che questo parla della parte di Dio che viene dall’alto e si potrebbe dire che anche se il Signore ha soffiato in Adamo un soffio di vita che comunque comprende, Adamo è diventato fin dall’inizio della sua esistenza una semplice anima vivente come il resto degli esseri viventi (gli animali), come dice il libro di Giobbe 11, 12: «Adamo sarà messo al mondo come un asino selvatico», ma il principio della sua perfezione dipende dalla diligenza dei suoi sforzi e dalle sue scelte giuste, quando userà saggiamente il suo intelletto nel corso dei giorni. Ma all’inizio del e sua esistenza, anche se il soffio dello spirito vitale è già stato infuso in lui, l’anima in lui non è comunque attiva, ma solo potenziale, se non si cinge i fianchi con tutta la sua abilità per uscire come pioniere alla testa della battaglia della guerra del Signore. Ecco che egli è nel suo stato animale ed è paragonabile a un animale. Ma un bue, una pecora o una capra, fin dalla nascita, sono creati con tutta la loro perfezione e senza altre perfezioni da aggiungere. E la Scrittura ci rivela questo affinché l’uomo non si illuda dicendo a se stesso che senza sforzo né fatica raggiungerà la perfezione che è già stata creata in lui, e che non deve contare su questo vantaggio che si trova nella suo essere modellato [formato da Dio], perché non è così, ma tutto dipende dalle sue azioni, poiché egli ha sempre in suo potere di cambiare e trasformare la natura con l’intelligenza, e l’intelligenza nella natura. Ecco perché non è detto, quando l’uomo è modellato [da Dio], «e Elohim vide che era cosa buona», poiché nella suo essere modellato non appare ancora ciò che è la sua bontà e la sua bellezza.
Bereshit Rabba 15, 3 su Genesi 2, 8
מִקֶּדֶם, אָמַר רַבִּי שְׁמוּאֵל בַּר נַחְמָן, אַתְּ סָבוּר קֹדֶם לִבְרִיָּתוֹ שֶׁל עוֹלָם, וְאֵינוֹ אֶלָּא קֹדֶם לְאָדָם הָרִאשׁוֹן. אָדָם נִבְרָא בַּשִּׁשִּׁי, גַּן עֵדֶן בַּשְּׁלִישִׁי, הֲדָא הוּא דִכְתִיב (תהלים עד, יב): וֵאלֹהִים מַלְכִּי מִקֶּדֶם פֹּעֵל יְשׁוּעוֹת בְּקֶרֶב הָאָרֶץ, רְאוּ פָּעֳלָא טָבָא שֶׁהִתְקִין הַקָּדוֹשׁ בָּרוּךְ הוּא שְׂכָרִי עַד שֶׁלֹא עָמַדְתִּי לִפְעֹל
Miqqedem [da prima, in precendenza]: Rabbi Shemouel bar Nahman dice: «Tu interpreti: prima della creazione del mondo, ma è solo prima della creazione del primo Adamo. Adamo fu creato il sesto giorno, il giardino dell’Eden il terzo, come è scritto nel Salmo 74, 12: «E Dio è il mio re, in precedenza (miqqedem) compie opere di salvezza in mezzo alla terra». Guardate la buona opera: il Santo, benedetto sia, ha stabilito la mia ricompensa prima che io mi alzassi per lavorare».
Torah Temimah, opera di Baruch Epstein (1860-1941 in Bielorussia) su Genesi 2, 8.
גן בעדן מקדם. מלבד שנן עדן נברא קודם שנברא העולם כז (פסחים נ »ד א’) ן
Un giardino in Eden in precedenza (miqqedem): questo ci insegna che il giardino dell’Eden fu creato prima che fosse creato il mondo (Pessahim 54, 1)